Id-e: il Consiglio federale adotta il messaggio

Berna, 22.11.2023 - Il nuovo mezzo di identificazione elettronico (Id-e) della Confederazione consentirà agli utenti di identificarsi nel mondo virtuale in modo semplice, sicuro e veloce. Nella seduta del 22 novembre 2023, il Consiglio federale ha adottato il messaggio concernente la nuova legge federale sul mezzo d’identificazione elettronico e altri mezzi di autenticazione elettronici (legge sull'Id-e, LIdE). L'Id-e sarà emesso dalla Confederazione, garantirà la massima protezione possibile dei dati e inoltre sarà gratuito e facoltativo. Il Consiglio federale propone che l'infrastruttura necessaria per la gestione degli Id-e possa essere utilizzata anche dalle autorità cantonali e comunali nonché dai privati per emettere altri mezzi di autenticazione elettronici.

I titolari di una carta di identità o di un passaporto svizzeri oppure di una carta di soggiorno per stranieri rilasciata da un'autorità svizzera potranno richiedere un Id-e. Sulla base dei pareri espressi in sede di consultazione, il Consiglio federale propone che l'Id-e possa essere emesso non solo online, ma anche dall'ufficio dei passaporti.

L'Id-e, il cui utilizzo è volontario e facoltativo, può essere impiegato sia in Internet, ad esempio per ordinare online un estratto del registro delle esecuzioni, sia nel mondo fisico, ad esempio in un negozio per certificare la propria età al momento di acquistare alcolici. Tutte le prestazioni della Confederazione per le quali sarà possibile utilizzare l'Id-e continueranno a essere offerte anche in forma analogica. Nel contempo, le autorità svizzere dovranno accettare l'Id-e come mezzo di identificazione se in linea di massima ammettono mezzi di identificazione di questo tipo.

La Confederazione crea le basi per la transizione digitale

La Confederazione non solo sarà responsabile dell'emissione dell'Id-e ma implementerà anche l'infrastruttura necessaria per gestirlo e inoltre metterà a disposizione degli utenti l'applicazione necessaria per salvarlo sullo smartphone. L'applicazione sarà completamente accessibile anche alle persone con disabilità. Diversamente da come previsto nell'avamprogetto, sarà la Confederazione, e non i Cantoni, a fornire assistenza tecnica agli utenti.

Il Consiglio federale propone inoltre che l'infrastruttura statale per l'emissione dell'Id-e possa essere utilizzata anche dalle autorità cantonali e comunali e dai privati (ecosistema). Documenti come certificati di domicilio, estratti del registro delle esecuzioni, diplomi, biglietti per manifestazioni o tessere associative, attualmente emessi per lo più in forma fisica o eventualmente come documenti PDF, in futuro potranno essere gestiti sullo smartphone anche come mezzi di autenticazione elettronici. In questo modo la Confederazione crea le basi per la transizione digitale della Svizzera.

L'Id-e garantisce la massima protezione possibile dei dati

Gli utenti del futuro Id-e statale avranno il massimo controllo possibile sui loro dati (self-sovereign identity). La protezione dei dati sarà garantita anzitutto dal sistema stesso (principio della protezione dei dati fin dalla progettazione) ma anche dalla limitazione dei flussi necessari di dati (principio della minimizzazione dei dati) e infine dal salvataggio dell'Id-e esclusivamente sullo smartphone dell'utente (salvataggio decentralizzato dei dati). In base ai risultati della consultazione, il Consiglio federale propone un'altra misura per la protezione dei dati: per rafforzare il principio della minimizzazione dei dati, saranno resi noti i casi in cui un verificatore chiede più dati dell'Id-e di quanti richiesti nel caso specifico.

Per poter reagire ai progressi tecnici e sociali, la legge è formulata in modo neutro sotto il profilo tecnico. Infine, il sistema svizzero di identificazione elettronica rispetterà gli standard internazionali affinché l'Id-e possa essere riconosciuto e impiegato anche all'estero.

Il Consiglio federale intende offrire l'Id-e a partire dal 2026; per rispettare tale termine, i lavori di preparazione per implementare l'infrastruttura necessaria sono già iniziati. Tra il 2023 e il 2028 saranno necessari 182 milioni di franchi circa per lo sviluppo e la gestione dell'infrastruttura di fiducia, l'emissione degli Id-e e i progetti pilota. A partire dal 2029 i costi operativi sono stimati a circa 25 milioni di franchi l'anno.

Diversamente dal nuovo disegno di legge, la prima legge sull'Id-e, respinta dal Popolo in occasione della votazione del 7 marzo 2021, prevedeva che l'Id-e sarebbe stata emessa da privati e non dalla Confederazione.

Spiegazione delle nozioni tecniche
 
Self-sovereign identity (identità autosovrana): l'utente esercita il maggior controllo possibile sui suoi dati, infatti l'Id-e è salvato ad esempio solo sullo smartphone. È l'utente a stabilire quando e dove impiegarlo.
 
Privacy by design (protezione dei dati fin dalla progettazione): si tiene conto della protezione dei dati fin dall'inizio nello sviluppo dell'intero sistema. Ne consegue che ad esempio l'emittente dell'Id-e non sa né quando né dove vengono utilizzati gli Id-e.
 
Minimizzazione dei dati: al momento dell'impiego, sono trasmessi solamente i dati dell'Id-e strettamente necessari per un dato scopo. Ad esempio, nel caso di un acquisto che richiede un'età minima di 18 anni, il negozio online riceve solamente l'informazione che l'acquirente ha l'età minima richiesta. Altri dati personali come la data di nascita non sono trasmessi.


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Rolf Rauschenbach, Ufficio federale di giustizia, T +41 58 465 31 20, rolf.rauschenbach@bj.admin.ch



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Ultima modifica 30.01.2024

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